"The Saint of Montparnasse" by Peter Neagoe

A novel based on the life of Constantin Brancusi

Come riportato per la prima volta nel volume Amedeo Modigliani. Le pietre d'inciampo. La storia delle vere teste di Modigliani p.p. 182-183-184, nel catalogo "DUE teste ritrovate di Amedeo Modigliani", dovendo in qualche modo spiegare in maniera razionale l'intuito di Vera Durbé circa il luogo esatto in cui la benna avrebbe dovuto cominciare a dragare il fosso, spunta una pubblicazione di un certo autore rumeno Peter Nagoe a cui si attinge a piene mani e che viene "erroneamente" considerato come una biografia attendibile di Brancusi.

Di seguito viene riportata la parte di questo romanzo in cui l'autore parla delle teste che Modigliani, deriso dal giudizio degli amici, avrebbe gettato nel fosso di Livorno (storia priva di alcun fondamento raccontata per la prima volta da Gastone Razzaguta nel 1943) durante il soggiorno in Italia avvenuto prima dello straripamento della Senna, quindi nel 1909.

[...] Se per una volta avesse trattato Martha con egoismo e tirannia, un giorno la sorte gli si sarebbe rivoltata contro. In più, l'amore come l'intelletto ,sono prove nell'apprezzare la superiorità individuale e Constantin si trovò un'altra scusa: per un'asceta indu, il matrimonio è un male necessario - passeggero, nel secondo dei quattro periodi della sua esistenza. L'amore fisico diminuisce le valenze sia fisiche che dell'anima. Il fluido seminale del sangue, è l'elisir della vita, tanto in senso fisico che psichico. Gli asceti, che vivono una vita di astinenza,come scrivono i libri, godono in pieno della presenza del fluido seminale,cosa che fa che il loro corpo irradi energia. Constantin era padrone totale dei suoi sei chakras. I centri dell'anima sono localizzati,secondo l'insegnamento Yoga, alla base della schiena, negli organi genitali, vicino all'ombelico, vicino al cuore, vicino al collo e fra le sopraciglia. Le ripetute visite di Martha lo mettevano nell'impossibilità di esercitare controllo sul centro sessuale che è essenziale, si dice, per ottenere il samadhi. Arrivò a suggerire a Martha di pensare al proprio futuro; di sposarsi. Lei rifiutò categoricamente. Non accetterà mai più la schiavitù che ha sopportato nel suo primo matrimonio. Ma su questo argomento non si è più detto nulla,allora,né mai più è stato rammentato. Iniziò ad abituarsi all'idea che avrebbe accettato per sempre Martha nella sua vita. Svegliandosi, una mattina di aprile 1910, Constantin trovò lo studio allagato. Corse verso la porta e guardò in strada. Le acque gonfiate della Senna avevano straripato. La strada e tutta quella parte di Parigi erano piene di acqua. Per sua fortuna il culmine dell'alluvione era già stato raggiunto e le acque si stavano ritirando nell'alveo. Ad un tratto, Constantin riconobbe una figura familiare che veniva verso di lui. Era Modigliani inevitabilmente accompagnato da una bella ragazza. Entrambi portavano stivali alti. "Sapevo che avresti avuto guai", gridò Modì,"e siamo venuti per aiutarti". Rivederlo fece piacere a Constantin, che lo accolse con calore. Modì disse che aveva preso una stanza in Montmartre. Proprio allora era tornato dall'Italia, dove si era rimesso completamente; il suo bel volto era abbronzato dal sole. Iniziarono a togliere l'acqua dallo studio con l'aiuto di alcuni secchi. All'ora di pranzo, lo studio era di nuovo pulito, ma Constantin li pregò di rimanere a mangiare con lui. Mangiarono cotolette e bevettero rum. Constantin non poté trattenersi dal fare la paternale a Modì: "Sono felice che stai di nuovo bene; ma che ti serva di lezione. Perché non vuoi fare anche te lo Hatha Yoga come me. Rafforza il fisico: Mi sono abituato anche alla disciplina mentre eri via." Modì si girò con una sguardo severo verso la sua amica: "Hai sentito quello che ha detto? Autodisciplina? Al diavolo... ti compro un ombrello. Se mi avvicino a te, usalo per picchiarmi." "Pensi che io sia una stupida?", protestò la ragazza. "E' più o meno questa la risposta alla tua domanda", disse Modì a Constantin."Non sono stupido". Malgrado questo Constantin insistete : "Tu pensi solo a cose cattive e ti sarà più difficile pensare anche a quelle buone. Una scelta di questo tipo influirà sulle tue future azioni, esse cambieranno il tuo carattere". "Finiscila , Constantin; tu sei un bravo ragazzo e ti sono affezionato. Non capisco però perché adotti le idee altrui; tu ripeti solo quello che hai letto. Ti dirò io quello che influisce veramente sul mio carattere. Senti: Cercando uno studio, ho girato Butte di Montmartre. Io e uno scultore americano, di nome Epstein, abbiamo deciso di lavorare insieme all'aria aperta. Abbiamo trovato una baracca vuota con molto verde interno; il proprietario però non ha voluto affittarcela perché sembravamo due vagabondi e aveva paura che avremmo avuto guai con la polizia. Mi ha fatto desiderare di ingoiare tutto il vino di quella bottiglia laggiù." Prese impulsivamente la bottiglia, se la portò alla bocca e con pochi sorsi la vuotò. "Al diavolo la disciplina", aggiunse agro. Prima di partire disse a Constantin: "Hai qualcuno dei miei busti, in pietra. Li puoi tenere. Non ne ho più bisogno. Ne ho fatti alcuni a Leghorn, ma tutti mi hanno preso in giro. Li ho messi in una carriola e li ho buttati nel canale. Non ha più senso mostrarli fino a quando non farò qualcosa di decente". Modì andò via insieme alla ragazza - come un giovane galletto - pensò Constantin - giovane, bello e sicuro di se ; convinto di conquistare il mondo con il suo genio e la sua bellezza. A quel tempo Constantin provava a dar corpo all'uccello del paradiso. Usava piccoli cilindri per i piedi, una sfera per il corpo e un'ovale al posto della testa. Modellava e sistemava senza sosta le tre parti del corpo per dargli una forma aerodinamica. Ma il problema era irrisolto: non poteva rendere la sensazione...[...]

The Saint of Montparnasse: a novel based on the life of Constantin Brancusi - Peter Neagoe